No.
Grazie per l’attenzione.
A parte gli scherzi, per capire l’assurdità del legame “carboidrati” = ”male nel mondo” oggi approfondiamo rapidamente quello che succede al nostro corpo quando assumiamo questo nutriente.
I carboidrati, e gli zuccheri che derivano dalla loro scissione, sono il combustibile primario dei nostri organi e in particolar modo del nostro cervello: li utilizziamo al fine di avere l’energia necessaria per svolgere tutte quelle reazioni che avvengono nelle diverse cellule che, a un livello superiore, vanno a formare appunto i nostri organi.
La paura maggiore viene quando questi si consumano in eccesso: il terrore è che quello che mangiamo in più venga accumulato sottoforma di grasso.
Ma è realmente così?

Quello che possiamo dedurre dalla biochimica e dalla fisiologia è che è fondamentale conoscere i meccanismi alla base del funzionamento del nostro corpo ma ancora più importante è saper contestualizzare il tutto.
In acuto, l’eccesso di un singolo nutriente porta generalmente ad una maggiore ossidazione dello stesso. Solo in piccola percentuale gli zuccheri in eccesso vengono convertiti in grasso (metabolicamente infatti le vie di produzione si incrociano).
Questo cosa vuol dire? Che se mangiamo troppo una volta non succederà nulla, saranno infatti altri fattori (sale, scorte di glicogeno, acqua…) a far salire il numero sulla bilancia se ci pesiamo il giorno dopo, se invece mangiamo troppo per lungo tempo è molto probabile che quello che stiamo mettendo è grasso.
Si tratta sempre di valutare il nostro bilancio energetico: se durante la settimana mangiamo costantemente più kcal rispetto al nostro fabbisogno allora ingrasseremo, se mangiamo solo una volta un’amatriciana in compagnia probabilmente non succederà nulla (tranne divertirsi, ovvio).
E’ ovvio quindi che è l’eccesso che deve essere evitato ad ogni costo. Per questo le linee guida consigliano di rimanere su un range di calorie derivanti dai carboidrati che va dal 45 al 60%. Se mangiamo secondo il nostro fabbisogno con queste quantità siamo tranquilli che non ci succederà nulla di male.
Vero è che ognuno tollera una certa dose di carboidrati: molti riferiscono di sentirsi appesantiti o di vedersi maggiormente “appannati” o “gonfi” dopo averne consumati in maggiori quantità rispetto al solito. Questo accade perché il nostro corpo tende a adattarsi alle quote di nutrienti che somministriamo e, soprattutto in pazienti sovrappeso con frequenti periodi di diete “low-carb” alle spalle tutto ciò può essere molto comune. Passare dal consumare piccole quantità di carboidrati perché si ha paura di ingrassare (es. qualche biscotto a colazione e del pane a pranzo) a mangiare un bel piatto di pasta a pranzo e cena può non essere la soluzione migliore.

In questi casi bisognerà fare maggiore attenzione e “rieducare” il corpo gradualmente a gestire le quantità necessarie di questo nutriente, implementando anche la giusta quantità e tipologia di movimento soprattutto se siamo stati sedentari a lungo.
Infine, ricordiamo che un fisico sano è un organismo che tollera quantità anche molto alte di carboidrati. L’esempio ci arriva dallo sport: ciclisti e runner professionisti possono avere un fabbisogno di carboidrati che può attestarsi sui 5g/kg/die (ma spesso si va anche oltre questa quota…), il che vuol dire che se un soggetto pesa 70kg dovrà introdurre circa 350g di carboidrati.
A cosa equivalgono 350g di carboidrati? Approssimativamente a 2 piatti di pasta/riso da 150g, del pane per accompagnare, una colazione con una porzione generosa di cereali (es. avena) e almeno 2 frutti…
Due cosette, insomma.
Per questo togliere i carboidrati per dimagrire e, pertanto, avere l’illusione di essere più sani è un paradosso!
Si parla di atleti chiaramente ma è comunque esplicativo di come oggi la concezione di “sana alimentazione” sia profondamente distorta.
Diamo la giusta importanza a tutti i nutrienti, bilanciamo tutto sulla base dei nostri fabbisogni ed evitiamo di perderci in teorie assurde.
Alla prossima ;)