Cosa sono i comfort foods?
Spesso questa tipologia di alimenti viene scambiata semplicemente con i nostri cibi preferiti, quelli che in pratica mangeremmo in qualsiasi occasione.
In realtà la definizione di comfort food è leggermente più complessa e comprende al suo interno anche i nostri ricordi e le nostre emozioni:
I comfort food sono degli alimenti che hanno un valore sentimentale/emotivo per chi li consuma e che provocano generalmente una sensazione di benessere
Anche se non sempre è così di solito questi alimenti hanno un alto valore calorico, sono ricchi di zuccheri e sono associati in qualche modo alla nostra infanzia e ai ricordi di casa. Spesso sono preparati in modo semplice o tradizionale e portano alla mente ricordi nostalgici che abbiamo avuto con la nostra famiglia o con i nostri amici.
Tra gli alimenti più quotati troviamo le patate, il gelato, i biscotti, la pasta, la pizza e, anche se meno frequentemente, minestre, frutta e verdura.
Molti di questi cibi appartengono alla cultura e alla tradizione del luogo in cui siamo vissuti: in Italia ad esempio alcuni comfort foods possono essere la pasta e la pizza come abbiamo visto o ancora le lasagne e gli gnocchi, mentre ad esempio nel Regno Unito troviamo zuppe, stufati, panini con il bacon, fish and chips e così via. Personalmente, tra i miei comfort foods preferiti ci sono sicuramente la pasta con il pomodoro, basilico e (quintali) di parmigiano che mi ricordano quando tornavo affamato da scuola e poi il classico latte e biscotti al cioccolato… Tanti biscotti al cioccolato (insomma, non proprio le porzioni delle linee guida diciamo) che invece ho sempre legato alle colazioni in famiglia.
La scienza sottolinea come possano esserci delle interessanti differenze tra uomini e donne. Le donne ad esempio tendono ad avere come comfort foods il gelato, la cioccolata e i biscotti mentre gli uomini il gelato, le zuppe e la pasta/pizza.
Altro aspetto interessante sono i motivi che ci spingono a consumare questi alimenti: nelle donne situazioni di solitudine, di depressione e di senso di colpa sono gli stimoli principali mentre gli uomini tendono a consumare comfort foods come “ricompensa” dopo aver ottenuto un successo. Quindi non è vero, come si può pensare, che mangiamo questi cibi solo quando siamo giù di morale, ma spesso capita di consumarli proprio quando vogliamo festeggiare o siamo semplicemente felici.

Cosa rende un alimento un “comfort food”?
Una domanda lecita a questo punto sarebbe “cosa c’è in questi alimenti che li rende così speciali”?
Una review del professor Charles Spence dell’Università di Oxford, ha provato ad indagare quali fossero le caratteristiche principali di questi alimenti: se ci fossero gusti, textures, odori o qualcos’altro che potesse contribuire a questi effetti particolari.
Anche se non ci sono risposte definitive, esistono degli elementi sensoriali che hanno un peso maggiore rispetto ad altri:
- Vista: da cui la famosa frase “mangiamo prima con gli occhi”, ma che da sola non giustifica tutto (ad esempio ci sono alcune persone che amano mangiare ortaggi che, come noto, sono spesso esteticamente poco attraenti)
- Udito: è stato ipotizzato che i cibi appartenenti a questa categoria non facciano rumore (basti pensare a piatti ricchi di formaggi o creme come ad esempio gli gnocchi, le lasagne o il gelato). Ma anche qui l’udito non spiega tutto: le patatine fritte fanno molto rumore eppure sono in cima agli alimenti di questa lista.
- Tatto, odore e gusto: questi sono tutti e tre sensi molto “emozionali”, ovvero che tendono maggiormente a stimolare le nostre emozioni. Molti cibi di questa categoria hanno in comune il fatto di essere morbidi, dolci/salati e unti (budini, purè di patate, patate al forno…). Altra caratteristica che può avere un ruolo importante è la temperatura: ci sarebbe in qualche modo un legame tra calore fisico e sociale, per questo chi soffre perché è solo potrebbe “sentirsi meglio” nel consumare alimenti caldi (pensiamo ad esempio ad una tazza di cioccolato bollente durante il periodo natalizio… Sì, lo sappiamo, siamo quasi ad Agosto, scusate se vi abbiamo fatto sudare al solo pensiero).
In sintesi, ci sono poche evidenze ancora su questo campo ed è molto difficile trovare caratteristiche che mettono d’accordo tutti. In ogni caso, come sottolinea anche l’autore della review, i comfort food sono cibi che tendenzialmente piacevano durante l’infanzia, quindi è più probabile che siano particolarmente dolci o salati, unti e molto densi da un punto di vista calorico (sapori acidi e amari di solito vengono allontanati dai bambini).
Perché consumiamo comfort food?
Come abbiamo visto anche prima, uno stimolo importante al consumo di comfort foods si ha quando si sperimentano emozioni negative o quando si cerca di “regolare” queste ultime. Di conseguenza questi alimenti vengono consumati principalmente per sentirsi meglio.
Non è raro infatti che quando siamo stressati tendiamo a mangiare determinati tipi di cibi, ad esempio dolci, biscotti, cioccolata ecc.
Alcuni studi sottolineano come i benefici a livello emotivo dei comfort food siano più frequenti in quei soggetti in cui il consumo di questi alimenti riporti alla memoria relazioni sociali positive avvenute durante l’infanzia.
Sembrerebbe quindi che l’elemento di “conforto” dei comfort foods derivi dalle nostre associazioni affettive più che da ogni altra cosa. Tuttavia, questi risultati non sono stati confermati da altri studi che analizzavano popolazioni differenti, di conseguenza è molto probabile che alla base di queste complesse relazioni ci siano delle varianti culturali non indifferenti.

Comfort foods: esistono dei benefici reali sulla nostra salute?
Ad oggi non ci sono forti evidenze che il consumo di comfort foods porti a benefici effettivi in termini emotivi rispetto ad altri cibi.
Questo non deve farci pensare che non esistano benefici in assoluto dal loro consumo. Come abbiamo visto finora, ci sono molte variabili in gioco: differenze individuali, differenze culturali, diversa concezione di comfort food… Sono tutti elementi che hanno ruoli importantissimi ma che nello stesso tempo non permettono sempre di arrivare a conclusioni definitive.
Di conseguenza, ognuno di noi avrà una risposta diversa e strettamente personale al consumo di questi alimenti. Come abbiamo visto tra i motivi più frequenti che ci spingono a introdurre questi alimenti troviamo il voler celebrare un successo, il volersi sentire meglio e il voler alleviare la solitudine, il tutto innescando pensieri positivi di relazioni e ricordi per noi importanti avvenuti tempo fa. Se prepararli di tanto in tanto ci aiuta in qualche modo allora ben venga il loro consumo.
Da un punto di vista dietetico chiaramente il discorso cambia in base al tipo di alimento consumato. In generale, questi cibi sono spesso ricchi di zuccheri e densi da un punto di vista calorico e quindi sono alimenti da attenzionare se si sta cercando di migliorare la propria alimentazione. Tuttavia come ribadiamo sempre, salvo patologie, non esistono cibi da eliminare del tutto. Se il loro consumo non è eccessivo e ci fa stare bene, perché privarsene? La loro introduzione potrebbe aiutare anche nella sostenibilità della dieta, elemento chiave a cui bisogna sempre fare attenzione in un percorso dietetico.
RIFERIMENTI
- Charles Spence. Comfort foods: A review. International Journal of Gastronomy and Food ScienceVolume 9, October 2017, Pages 105-109
- https://en.wikipedia.org/wiki/Comfort_food