Quando si parla di emozioni e persone è difficile scrivere.
È difficile per chi crede ancora nel rispetto reciproco, nell’importanza del pesare le parole per non ledere il prossimo.
Il movimento che contrasta il bodyshame nasce da questa prospettiva e non possiamo che condividere in pieno la presa di posizione di tanti contro il vero e proprio bullismo, più o meno diretto, che investe le persone con problemi di peso.
Troppo spesso stigmatizzare queste condizioni non solo è origine di dolore, ma permette la radicalizzazione della situazione stessa.
Non possiamo però, da specialisti della nutrizione, rimanere in silenzio rispetto alla soluzione proposta che lede, dal nostro punto di vista, il diritto alla salute di ogni cittadino.
Se infatti cerchiamo di respingere i meschini attacchi di un gruppo di “paladini” dell’estetica con un’opera di convincimento che porta la vittima ad accettare (ed esaltare) la propria situazione stiamo commettendo un grave errore.
Amare sé stessi, non avere nessun tipo disagio nei confronti della propria forma fisica e guardarsi allo specchio con orgoglio è fondamentale.
Il problema è che se raccogliamo la motivazione dell’amor proprio nell’estetica stessa stiamo di fatto partecipando al gioco dei bulli.
L’aspetto fisico non deve essere di per sé il metro di giudizio per valutare sé stessi. È un componente fondamentale, ma mai dovrebbe essere perno del nostro valore intrinseco che risiede invece nella natura stessa di esistere.
Inoltre spostare questa discussione sul frangente estetico riduce il tutto ad una rispettabile, ma futile, disputa soggettiva.

Quando parliamo di peso in eccesso, invece, parliamo di una condizione oggettiva in grado di influire in maniera negativa in molti aspetti della vita.
Fattori di rischio per malattie croniche e mortali non possono finire sepolti da hashtag e belle parole prodotte dalla moda del momento.
Un adolescente convinto che il suo stato fisico non possa essere modificato vivrà con alte probabilità delle problematiche evitabili da adulto.
Mostrare inoltre le potenzialità di scelte corrette ad una persona è il miglior modo per incrementare la sua stima personale.
Noi ci crediamo fermamente.
La stigmatizzazione si combatte con la consapevolezza.
Spostiamo l’attenzione sugli elementi importanti invece di rilanciare il sasso indietro.
Preferiamo non salire sul carro del consenso generale che avere sulla coscienza un futuro diabetico.
Siamo altrettanto convinti che il codice etico che abbiamo deciso di seguire come dietisti ci spinga sempre verso la scelta a minor danno del paziente.
La natura matrigna non sceglie con l’emozione.
Se pensiamo di pulirci la coscienza con qualche frase a effetto siamo forse peggiori dei nemici che pensiamo di combattere.
L’unico hashtag che ci sentiamo di lanciare è #SiiConsapevole.