Nel linguaggio comune il termine “dieta” è generalmente associato al “mangiare meno”.
In realtà, come specificato più volte, questo non è del tutto vero ed è una descrizione molto parziale: dieta deriva dal greco e significa “stile di vita”, abbracciando quindi le abitudini, le scelte alimentari (giuste o sbagliate che siano), il legame con la cultura e molto molto altro.
Questa errata interpretazione ha fatto passare nel tempo il messaggio secondo cui, indipendentemente dal tipo di alimento, l’importante è mangiare poco.
Quante volte abbiamo sentito: “Sì, ho mangiato la pizza a pranzo… ma era poca!” o ancora “A colazione di solito mangio un cornetto piccolo, così non ingrasso”.
Peccato che poi, in un modo o nell’altro si finisce per ingrassare comunque…
Perché questo accade?

Il motivo è molto semplice ed è da ricondurre alla difficoltà nel riconoscere il rapporto tra densità calorica e volume dell’alimento.
In parole più semplici, ridurre semplicemente la grandezza di ciò che mangiamo non ci porta necessariamente a perdere peso.
Di base è vero che “mangiare meno fa dimagrire” ma dobbiamo fare i conti sempre con la densità energetica (di cui abbiamo parlato qui).
Anche se ci sembra di mangiare poco è molto probabile che in questi casi stiamo assumendo molte calorie (l’esempio classico è chi spizzica in continuazione biscotti o snack ogni volta che passa in cucina… Vi ricorda niente? 😉)
Se l’obiettivo è la perdita di peso è fondamentale tenere in considerazioni questi elementi, altrimenti si perde la visione d’insieme.
Questo è possibile farlo attraverso una maggiore consapevolezza alimentare.
Se impariamo a conoscere quello che mangiamo non avremo più bisogno di “un po’ di questo e un po’ di quello” e saremo liberi finalmente di consumare ciò che più ci piace senza troppe paranoie.