Siamo inondati di informazioni alimentari e nutrizionali e il numero di persone obese o sovrappeso aumenta.
Ogni medico, nutrizionista, guru ha scritto il suo libro sul dimagrimento presentandolo come verità rivelata eppure non solo non riusciamo a contenere l’epidemia, ma la situazione sta peggiorando.
Stiamo sbagliando tutto. Inutile usare mezze parole.
Se ci fosse una malattia virale con la stessa diffusione delle malattie metaboliche non potremmo che constatare l’inutilità del lavoro dei virologi a lavoro per contrastarla.
Situazioni complesse hanno cause complesse e sicuramente cercare di semplificare eccessivamente porterebbe all’errore. Eppure siam convinti che, analizzando il tipo di approccio che la maggior parte delle persone ha nei confronti dell’alimentazione, una delle cause fondamentali sia l’incredibile lavoro di distrazione di massa messo in opera da noi professionisti (e da tutti quelli senza titoli).
La ricerca scientifica è fondamentale ed è l’unica via per arrivare ad evidenze di valore. Eppure attenzione notevole deve essere portata per quel che concerne la comunicazione alla massa di queste evidenze.

Senza fare la corretta cernita tra le informazioni fondamentali, quelle veramente derivate da un processo scientifico e, soprattutto, quelle che possono essere tramutate in azioni pratiche, si rischia solo di esacerbare un sistema relativista di pensiero che può dare conforto, ma non soluzioni.
Ad esempio ormai si sente parlare pochissimo di calorie nelle diete, o meglio, di quantità. Eppure non esiste nessun dimagrimento senza approccio ipocalorico.
Che poi non si debba semplificare in maniera eccessiva è corretto, che si debba considerare sempre l’apporto di nutrienti e la composizione corporea del paziente altrettanto, ma che si possa bypassare questo semplice concetto è invece semplicemente falso.
Il processo di apprendimento non segue infatti in nutrizione il normale percorso di sviluppo incrementale che permette di ottenere progressivamente conoscenze più complesse ben radicate nel fertile terreno del principio di base.
Difatti, quando una nozione non è contestualizzata, il ricevente andrà a collocarla e sfruttarla in maniera errata, senza un corretto principio di autorità e importanza.Quello che viene fatto nella comunicazione nutrizionale è spesso semplicemente lanciare informazioni in modo casuale generando profonda confusione nel ricevente.
Bisogna ripartire dalle basi.
Smettiamola di insegnare assoli a chi non conosce la prima scala.
Solo l’aumento progressivo della conoscenza nutrizionale comunitaria potrà salvarci dalle derive dell’alimentazione mal condotta.