Non troppo tempo fa rimasi negativamente colpito da uno spot di una famosa merendina che mostrava un uomo triste ritrovare la gioia mangiando il prodotto in questione. Conoscendo, dall’esperienza clinica, la difficoltà di molti pazienti di rapportarsi con il cibo attraverso l’emozione, mi chiesi se il mio piccolo intervento poteva contrastare il bombardamento mediatico derivato da spot del genere.
Ad una prima occhiata lo spot sembrava simpatico, ma di fatto il messaggio che passava è "mangia questo e sarai felice".


Riflettendo mi accorsi che non poche industrie alimentari utilizzavano la stessa strategia: gente felice che mangia il prodotto.
Molti non credono nel potere della pubblicità, ma si sbagliano.
La pubblicità funziona ed è il motivo per cui le grandi aziende spendono capitali per finanziare il piano marketing. Purtroppo non sempre si pensa alle conseguenze che in questo caso sono abbastanza lampanti.
Associare un alimento ad uno stato d’animo o ad una emozione è qualcosa che di base facciamo tutti. In alcune persone il fenomeno è tanto radicato da costituire un problema nell’assunzione calorica giornaliera.
Soprattutto, senza la consapevolezza dei processi mentali alla base del comportamento può essere molto complesso trovare una soluzione al problema che, di fatto, spesso non è neanche percepito come tale.
Ora se a questo aggiungiamo la forte spinta derivata da quella tipologia di pubblicità il danno è fatto. Separare l’aspetto psicologico dell’alimentazione da quello fisiologico è un errore, ma è compito di ogni nutrizionista riportare nel giusto spazio questo settore. Soluzioni facili al problema non ce ne sono.
Difficilmente saranno prese precauzioni di tipo legale nei confronti di pubblicità che di fatto si mostrano come innocenti per i non addetti al settore. L’educazione costante, senza la demonizzazione dei prodotti, mirata all’aumento della consapevolezza alimentare è l’unica strategia vincente che di fatto può ridurre l’influsso di spot del genere.


Mangiare una cosa buona è un piacere, ma non certo il cardine della nostra felicità quotidiana. Guardare le pubblicità in questione con occhio critico e informato può di fatto trasformarle in semplici spot divertenti. La missione è ardua e spetta a noi dietisti.
Rimbocchiamoci le maniche.