Ogni via, anche la più nobile, può essere costellata di ombre.
Il lato oscuro...

L’educazione alimentare non fa eccezione e anzi nasconde insidie che non raramente rendono questa grande risorsa un pericolo non da poco.
Chi decide di diffondere informazioni alimentari deve sempre considerare questo aspetto. Qual è difatti l’obiettivo primo dell’educazione alimentare se non quello di formare persone che con coscienza possano effettuare le loro scelte con raziocino?
Insomma, in parole povere, lo scopo dovrebbe essere quello di semplificare questo aspetto della vita rendendolo contemporaneamente efficiente.I destinatari di un messaggio però sono sempre differenti tra loro e l’intenzione primaria viene sempre filtrata dal destinatario ultimo.
Questo significa che un consiglio potrà risultare in comportamenti e risposte completamente differenti.L’alimentazione da tutti viene considerata come un aspetto fondamentale della propria vita.Alcune persone hanno però per diversi motivi, che esulano dalla conoscenza alimentare ,un rapporto con l’alimento che può essere disturbato.
Tutti avranno sentito parlare, anche se spesso in maniera approssimativa, di anoressia e bulimia. Pochi sanno invece che esistono molti altri disturbi che non sono riconosciuti propriamente come malattie e che, sebbene difficilmente raggiungano l’intensità delle sopracitate patologie, possono comportare una certa sofferenza nelle persone che ne sono coinvolte.
In questi casi l’educazione alimentare diventa spesso una catena che inizierà ad influenzare più o meno coscientemente la vita alimentare della persona. Il problema è che non solo i consigli alimentari razionali inizieranno ad essere seguiti in modo pedissequo, ma anche una lunga serie di strani comportamenti derivati da letture alternative o da idee del tutto personali. Si inizieranno ad escludere alimenti senza un vero motivo o a ridurre drasticamente le quantità.
Questo insieme di disturbi non del tutti codificati possono essere riassunti con il termine ortoressia.
Si discute ancora sul considerare questa come un disturbo a parte o come una forma attenuata di anoressia. Fatto sta che può incidere in modo negativo sulla vita dell’individuo non tanto per in comportamenti in se , ma per il senso di colpa associato ad eventuali licenze prese da questo nuovo "codice alimentare" auto-imposto e per l’ossessione che affligge ogni aspetto salutare della propria alimentazione.
L’ortoressia può essere scatenata solo dall’educazione alimentare? Difficile dimostrarlo. E’ invece molto probabile che questa possa svolgere la funzione di fattore di rischio in persone che , per molti motivi differenti , sono più predisposte.
Sopratutto negli adolescenti un’educazione alimentare "distratta" può condurre ad un attenzione particolare per alcuni elementi nutritivi che può essere più o meno accentuata dal grado di dismorfismo corporeo( cioè da un’autopercezione corporea erronea) non raramente presente durante la crescita o in altre situazioni.
Considerando che stessi fattori di rischio li troviamo anche nell’anoressia non dobbiamo mai sottovalutare i "segni".
Di ’ortoressia e di altri disturbi ne parleremo meglio in un articolo dedicato, ora concentriamoci brevemente sul come gestire una sana educazione alimentare.
Il lato chiaro...
Ogni giorno siamo bombardati da un’infinità di consigli alimentari più o meno validi.

La confusione che può derivare da questa situazione è grandePer prima cosa bisogna decidere di accettare informazioni solo da canali ufficiali o da canali che prendano notizie esclusivamente da questi. Se pensate che il governo mondiale degli illuminati voglia tenervi nascosta la verità sulla nutrizione questo blog non fa per voiAvere un punto di riferimento già di per se aiuta a scremare un bel po’ di informazioni inutili.
Secondo punto. Qualsiasi informazione da te ottenuta deve aumentare la tua sicurezza. Non diminuirla! Un informazione che genererà un senso di ansia difficilmente ti aiuterà a migliorare.Non fermarti mai ai titoli dei giornali. Il loro scopo è farti leggere la notizia, ma se mai ti è capitato di leggere un vero articolo scientifico avrai notato con quanta delicatezza ci si muove tra gli argomenti.
Facciamo un esempio per meglio capire.
In una fonte seria non troverai mai: "La carne rossa provoca il cancro !!!?!?!?!?!", ma " La carne rossa è stata inserita tra i la classe 2A della classificazione dello IARC". La classificazione di cancerogenicità non è una classificazione di rischio ma una misura della sicurezza con cui gli esperti si esprimono sulla cancerogenicità di un prodotto. Sarebbe come dire: questo è quanto siamo sicuri che la carne rossa sia collegata a determinate malattie.
Per i meno attenti la differenza potrebbe sembra nulla, ma in realtà c’è un abisso. Nel primo caso si dovrebbe evitare il consumo della carne rossa, nel secondo prendere coscienza del fatto che , forse, consumare carne rossa carbonizzata sulla brace ogni giorno e in grandi quantità non sia una buona idea.
Da una parte isterismo, dall’altra consapevolezza.
Quindi il messaggio può essere espresso in maniere differenti e recepito in maniere differenti.Per questo è fondamentale sia imparare a cercare le giuste fonti che imparare a recepire bene il messaggio.
Farlo non è sempre semplice.
Noi di Nutriens ci impegniamo per generare sempre un’ educazione alimentare che non crei disagio, ma aumenti la sicurezza.
Tu devi allenarti ad affinare il tuo senso critico e a non far influenzare la tua vita alimentare solo dalla tua conoscenza scientifica. Capiamo che trovare il giusto equilibrio può non essere semplice, ma se quando sei seduto/a davanti al tuo pasto la prima cosa che pensi è " Contenuto nutrienti analizzato, cancerogenicità livello medio" o se l’immagine negativa del tuo corpo si sostituisce continuamente a quella del gelato che stai gustando, qualcosa non va.L’alimentazione deve essere vita, non ansia.
La prossima volta che ad una festa l’ospite ti offrirà un dolcetto non guardarlo pensando " Vade retro, Satana".
Sorridi, accettalo e goditelo!